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Bounce: vediamo di capirci qualcosa

Strano il mondo
Fino a poco tempo fa erano in pochi a conoscere il concetto di bounce. Alcuni di questi hanno iniziato a parlarne spiegandone il significato e l'importanza (relativa) e di colpo è diventato una moda. Fin qui nulla di male, se non fosse che molti sono passati dal non saperne nulla ed ignorarlo all'estremo opposto di credere di aver compreso tutto e dargli una esagerata importanza.

Signori della corte, nei prossimi quindici minuti vi dimostrerò come l'imputato, che la difesa presenta come un angioletto, sia in realtà un mistificatore dei fatti, perfetto esempio di millantato credito. Ai vostri occhi evidenzierò come il bounce sia, senza ombra di dubbio, colpevole del reato per cui è indagato, cioè di falsificare i fatti di cui è testimone.

 

Cos'è il bounce

Si chiama bounce un visitatore che arrivato ad una pagina interrompa la visita senza visitare nessuna altra pagina.
Già a questo livello, ovvero alla base e partenza di tutto, c'è da ridimensionare il significato. Ampiamente è stato spiegato, anche e soprattutto da chi i programmi di statistica degli accessi li fa, ancor prima che da me, che è impossibile tecnicamente, per le intrinseche caratteristiche della tecnologia su cui Internet si basa, ricavare il visitatore e la visita. Senza addentrarmi, faccio solo alcuni esempi chiarificatori:

  • per visita si intende un'insieme di pagine lette dallo stesso IP senza interruzioni superiori ai 30 minuti. Peccato che molte aziende navighino in NAT (ovvero tutti i dipendenti escono con lo stesso IP) per cui è impossibile stabilire quanti dipendenti stiano dietro ad un IP. La cosa si complica perché per lavoro, spesso i dipendenti di una azienda visitano molti siti in comune;
  • il visitatore (di una azienda, ma anche un privato) ha migliaia di motivi per interrompere momentaneamente una visita per passare a qualcosa di più urgente, una riunione, una telefonata, un caffè con la collega carina, per poi riprenderla, mandando a quel paese il concetto prima esposto;
  • firewall e proxy aziendali vanificano spesso tutta la gestione dei coockie e delle sequenze di pagine (avete presente il concetto di cache interna per cui il server di una azienda non scarica le pagine che un dipendente chiede e che un altro ha appena letto?)

In sostanza, ai concetti di visita e visitatore ci si può avvicinare, ma non ci si arriva in modo completo e certo. Il bounce, d'altro canto, vi è intimamente legato, quindi patisce dello stesso problema.
Il bounce, inoltre, soffre di una ulteriore aggravante: molti, soprattutto nelle aziende, fanno una ricerca ed aprono parecchie pagine in un colpo solo, poi le leggono con calma una ad una. Aperte ad esempio cinque pagine, cominciano la visita per la prima, poi per la seconda, quindi la terza, ecc. Quando ricominciano a leggere la quinta, ormai i trenta minuti sono passati, quindi il sistema di statistica gli affibbia il soprannome di bounce!

Chiaramente, alzandosi molto il traffico questi casi perdono piano piano di rilevanza (ma mai sino al punto da non contar nulla). Da ciò ne traiamo che è inutile parlare di bounce se non abbiamo almeno mille visitatori unici giornalieri!

 

Bounce e blog

Tenendo presente quanto abbiamo detto sopra, se comunque vogliamo lavorare sul bounce, ricordiamo che tanto più i visitatori di un blog sono fidelizzati, tanto più alto sarà il bounce rate. Strano? No, per niente. Basta riflettere sul fatto che un visitatore fidelizzato, che la prima volta si è letto ciò che gli interessava del blog, ogni volta che vi ritorna, magari tramite feed, legge solo l'ultimo post! Ecco un altro bounce.

In sostanza, un blog può avere bounce rate altissimo senza che la cosa sia negativa. Potrebbe (dico e ripeto, potrebbe) essere negativa, se l'alto bounce rate fosse collegato ai nuovi visitatori.

 

Bounce e portale turistico

Un signore cerca Tuscany villa, trova la nostra bellissima Villa Montalcino, gli piace, ha i cinquemila euro necessari per prenotarla una settimana, la prenota (anche perché a noi hanno insegnato che è importante mettere sulla pagina tutto ciò che serve per non distrarlo) e se ne va, soddisfatto, cominciando a preparsi la valigia.

- Ahhhhhhhh, un altro bounce! Al lupo, al lupo! Un visitatore insoddisfatto del nostro sito, se ne è andato dopo aver visitato una pagina! Webmaster, dobbiamo cambiare il sito -

Idiota, perché dici che è insoddisfatto? Guarda che quello grazie alla pagina si è prenotato la vacanza, altro che insoddisfatto!

In sostanza, su un portale dovremmo controllare ogni bounce ed accertarci che non abbia fatto una conversione secca sulla prima pagina, cosa molto più comune di quanto non si creda, soprattutto se il portale è fatto bene.

 

Bounce ed indirizzo del ristorante

Quanti girano per il web solo perché gli serve un indirizzo? A pacchi, basta guardarsi attorno, chiedere e riflettere su quante volte noi stessi ci siamo "webbizzati" solo per pescare una ricetta, un indirizzo, un numero di telefono, la spiegazione di un termine.

Il nostro visitatore, insomma, cerca Ristorante Passone, arriva sul mio sito, si legge l'articolo che ho scritto, trova in basso l'indirizzo del ristorante ed il numero di telefono, chiama, prenota e va a mangiare. Poi dato che il posto, molto romantico, è piaciuto alla sua nuova amica e lui è brillante, ci rimedia una scopata da favola che racconterà felice ai suoi nipotini, tra quarant'anni. Ecco un altro bounce!

- Naaaaaaaaaa, al lupo, al lupo! Un altro bounce, il mio sito va cambiato! - dice l'idiota ed invece è la sua testa che andrebbe, quanto meno, regolata un attimino

L'esempio fatto vale per chi cerca una ricetta, l'orario di una manifestazione, ecc. ecc. Trovata l'informazione, non ha motivo di visitare in quel momento il resto del sito e spesso non ha neppure tempo. Con ciò, non vuol dire che è insoddisfatto, anzi. Magari presto vi tornerà, magari no, però insoddisfatto non è.

In sostanza, il bounce non può essere valutato senza l'analisi ulteriore della chiave di provenienza. Ci sono chiavi per cui un bounce altissimo ha senso, altre no, sempre in relazione al sito.

 

Bounce ed acquisti on-line

Sapete quanti dall'ufficio scandagliano il web alla ricerca di una macchina fotografica, la trovano sul vostro sito, ne leggono la scheda, si segnano un appunto e interrompono? Non guardano altro. Poi tornano a casa, ricercano la macchina fotografica mediante l'appunto che si sono segnati e se la comprano.

Perche?

Perché cercare una macchina fotografica su Google, arrivare alla vostra scheda e leggerla non dà stress. Invece acquistarla, guardare le condizioni di pagamento e, soprattutto, inserire i dati della carta di credito (o in generale formalizzare l'acquisto) ne dà moltissimo. In ufficio, dove tutti possono vedere cosa sto facendo e devo tenere sempre un'altra sessione pronta su cui andare se qualcuno mi passa dietro le spalle, sono disposto a leggere la scheda, ma avrei timore a formalizzare l'acquisto. Avrei paura che qualcuno mi possa interrompere in una fase delicata, perché la mia bassa conoscenza delle transazioni on-line mi mette in stato di incertezza su ciò che succederebbe in questo caso. Quindi scelgo in ufficio e compro a casa. Ecco un altro bounce!

In sostanza su siti che vendono oggetti di un certo tipo, dove non c'è molto da sindacare sullo stesso, il bounce rate alto potrebbe essere giustificato. Chi cerca una macchina fotografica per marca e modello, sa cosa vuole. Se arriva sul vostro sito, probabilmente non ha bisogno di consultare null'altro. Quindi decide solo per aver visto la scheda. Poi a casa formalizza l'acquisto e qui ovviamente naviga altre pagine (fossero anche solo il carrello e la registrazione).

 

Conclusioni

Credetemi, potrei andare avanti per ore a citarvi casi in cui il bounce rate alto è assolutamente giustificato. Il bounce è un parametro importante, ma bisogna capirne l'essenza ed entrare nel merito. Bisogna entrare, come al solito, nella testa del visitatore e capire perché è un bounce. Non basta sapere che lo è. Serve anche il perché. Solo così si può valutare il significato, positivo o negativo, per il nostro sito. Altrimenti stiamo parlando di aria fritta.

"Frà, così non abbiamo più bisogno di venire al tuo corso sulla web analytics" - state già per dirmi, vero? Certo che no. Ormai non vi serve più e se ci venite, passiamo tutto il tempo a visitare Verona, che forse è più divertente che parlare di bounce e di altre amenità simili

Se invece che a Verona, siente interessati al programma, questa è la scheda del corso.

Commenti (1)

C'è un grosso misunderstanding tra i blogger meno esperti, infatti in molti credono che tutte le visite che segnano 0 secondi come "tempo della visita" nei servizi che forniscono statistiche corrispondano tutti a dei bounce, in realtà solo una minima parte lo è, infatti tutti le visite di una singola pagina (come capita spesso nei blog anche quando si è interessati ad un articolo) se terminano con il clic del tasto indietro del browser non permettono ai servizi di statistica di monitorare il tempo della visita che quindi risulta avere un tempo di permanenza pari a zero.
Quindi la percentuale di bounce ha senso monitorarla ma è da prendere con le pinze perchè indica sia abbandoni prematuri che visite di una singola pagina, interessate o meno che terminano con il tasto indietro, la chiusura del browser o l'utilizzo del campo dell'url per scegliere la successiva destinazione.

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