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Branding: perché Toomaki si chiama Toomaki?

Il logo scelto per Toomaki, l'ecommerce di strumenti professionali per i cuochi e gli appassionati di cucina.Molti ce lo chiedono ed abbiamo già dato parzialmente la risposta: come mai Toomaki si chiama così?

Ovviamente il nome del sito, sapete che si tratta di un negozio on-line di strumenti di cottura e taglio professionali, attrezzature ed utensili, materie prime e servizi per cuochi e per appassionati di cucina, è il risultato di un brainstorming. Chi segue i nostri corsi sa che insegniamo a farli, quindi ovviamente noi li facciamo per le nostre esigenze. Un brainstorming ha prodotto Atollo Web, maisazi.com, YoYo - Formazione rotolante, quello del nuovo circuito di comunicati stampa (che presto conoscerete) e tanti altri ancora.

Come ci siamo arrivati a Toomaki? Vediamolo assieme

 

Obiettivi del sito

Abbiamo già detto che si tratta di un negozio on-line specializzato in strumenti professionali per la ristorazione e per la cucina domestica di qualità. Pentole, coltelli ed altre cose simili. Si vuol vendere principalmente a cuochi, appassionati di cucina, ristoratori, strutture alberghiere, agriturismi, ecc.

 

Posizionamento strategico del sito

I prodotti ed i servizi venduti sono decisamente di fascia alta, livello qualitativo con poche concessioni all'economicità, di ispirazione chiaramente professionale, con pochi fronzoli, ma dall'estetica e dall'aspetto curati e ricercati.

Chi acquista su Toomaki è una persona che vuole il meglio, che cerca la funzionalità, che non si accontenta di apparire, ma vuole essere.

 

Chiavi emotive

Volevamo che il nome esprimesse queste sensazioni ed emozioni:

  • minimalismo, essenzialità, semplicità;
  • funzionalità e rigore tecnologico;
  • hi-tech;
  • stile, ricercatezza, design;
  • amore per la cucina e per gli strumenti impiegati, cura del dettaglio.

Il nome, cioè, doveva comunicare una sensazione di ricercata modernità, il bello della semplicità e della funzionalità. Le pentole in alluminio sono belle nella loro estrema semplicità, per la loro grande funzionalità, efficienza e facilità di utilizzo e manutenzione. Ecco, questo volevamo che il nome trasferisse in modo sublimale.

 

Necessità di branding

Chi si occupa di branding sa quanto sia difficile creare un brand nuovo su termini che abbiano un significato forte nel mercato in cui si opererà. Si è stabilito, quindi, di usare un'espressione che non significasse nulla, in modo da partire da zero. Ciò ci avrebbe consentito di creare una storia senza dover superare barriere psicologiche ed abitudini mentali associate a qualcosa di preesistente. Stesso discorso, ovviamente, era legato alla presenza di pagine sul Web e di riferimenti sui Motori di Ricerca.

Il nome, però, doveva avere qualcosa di caratterizzante, per facilitarne il ricordo. Si tratta di un e-commerce, quindi questo è un aspetto importante. Un certo suono, un certo aspetto o una associazione mentale diretta ci serviva per dargli un primo suo carattere.

 

Brainstorming

S'è deciso di usare un'espressione o un nome vagamente giapponesi perché riteniamo che questa cultura sia vista da molti come simbolo di eleganza, linearità, essenzialità. In generale tutte le espressioni orientali sono comunque collegate in qualche modo alle filosofie Zen, al minimalismo, alla pulizia di forme e sentimenti. Devo dire che questo risultato è stato centrato in pieno perché tutti quelli che ci hanno chiesto spiegazioni del nome, l'hanno fatto nella forma "Frà, ma come mai un nome giapponese?"

Per inciso, proprio la scelta di un termine pseudo-giapponese (perché in realtà non è giapponese) è uno degli elementi caratterizzanti, visto che poi tutto è invece italiano, salvo il fatto che alcuni prodotti sono massime espressioni della tecnologia giapponese applicata ai metodi di una tradizione millenaria (sto parlando delle lame dei coltelli venduti).

Dopo parecchi tentativi, si era arrivati a Tomaki (Temaki è una forma di sushi), solo che questo è già presente come cognome (se abbiamo capito bene). Ci si è accesa una lampadina - "E se lo sbagliassimo volutamente?" - ed ecco spiegata la doppia O. Così non può esserci più storia e si parte da zero.

In sostanza, la doppia O di Toomaki ci consente di raggiungere una forte caratterizzazione, di partire da zero in termini di branding, di avere una sorta di riferimento stilizzato ai due occhi di uno smile.

 

Due minuti dopo avevamo già registrato il dominio

Ne approfittiamo per ringraziare tutti gli amici e conoscenti che hanno manifestato interesse e quei trenta visitatori che tutti i giorni ci visitano in attesa dell'apertura del negozio.

Commenti (2)
Nick:

A prima vista avevo pensato che Toomaki fosse una storpiatura giapponese (o pseudogiapponese) di "too much". Ne avevate tenuto conto?

Altri richiami potrebbero essere "tomato" (dall'inglese) e "tomar" (dallo spagnolo).

Ironicamente, un altro richiamo potrebbe essere "tu mangi" (o, secondo la fantozziana memoria, "TU MANCIA").

Saluti

fradefra:

Ciao Nick :)
Tutti gli esempi che hai fatto, sono a tema :)
Toomaki vende strumenti di cottura e taglio, quindi si parla proprio di cibo.

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