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Corso e-commerce, mi prudono le mani

Devo dirvi che non sempre mi capita. Ho appena finito di preparare il materiale per il Corso sulla Progettazione di un sito di e-commerce che ci vedrà impegnati a Milano il 15 e 16 aprile, e non vedo l'ora d'iniziare.

Questo è un corso molto diverso dagli altri. Sono anni che Mariangela ed io studiamo e conduciamo ricerche nel campo degli acquisti on-line (o delle vendite, se preferite), abbiamo osservato molti fenomeni, corretto tanti nostri errori, acquisita molta conoscenza e verificate molte ipotesi (così come altre sono state smentite).

Nei siti di commercio elettronico di cui siamo in qualche modo responsabili, queste conoscenze stanno trovando applicazione ed i risultati giorno per giorno si vedono. Siamo degli entusiasti del commercio elettronico, crediamo che moltissimo ancora ci sia da fare, pensiamo che le opportunità in Italia siano enormi.

Siamo piccoli, vorremmo fare molto e fosse per me creerei addirittura un'associazione, ma purtroppo non tutto quello che si vuol fare, poi si può farlo sul serio. Iniziamo, quindi, almeno a trasferire la conoscenza che abbiamo (con l'umiltà del sapere che è più ciò che non sappiamo, che ciò che sappiamo) a chi voglia entrare nel gruppo di chi punta a vendere a tutti e non solo a chi sa comprare.

Migliorare i processi e gli strumenti di vendita fa bene a tutto il settore. Quando insegniamo ad un nostro concorrente ciò che sappiamo, stiamo aiutando noi stessi, in realtà. Il problema maggiore in Italia è la sfiducia e tutto ciò che si può fare per combattere collegialmente la sfiducia, farà bene a tutti.

Con questo spirito ci accingiamo Mariangela ed io ad iniziare questo corso, diverso dai precedenti anche in termini di impostazione dei contenuti, dei materiali e dell'interazione con gli allievi presenti.

Di che parleremo? Cose strane, ovviamente
Si parlerà della ripartizione delle aree dello schermo, della struttura generale del sito, di come debbano essere impostati le categorie e gli elenchi, di quali caratteristiche debba avere la scheda prodotto. Parleremo, cosa di cui spesso troppo poco si fa, dell'interfaccia interna, delle funzioni di gestione, delle relazioni coi motori di ricerca e, udite udite, dell'analisi qualitativa, della comunicazione sulla SERP, dei processi mentali.

Qualcuno ha detto che i nostri sono corsi da "sfigati" perché siamo sempre pochi, a dire il vero io penso che sia il primo e più importante aspetto positivo di un certo modo di fare formazione. Saremo in dodici persone, compreso lo stewart, e se qualcuno ci riterrà "sfigati" per questo, noi invece ne andremo soddisfatti

Commenti (9)

Ciao Francesco...

come ti ho detto anche altre volte... seguo davvero con molta attenzione il come tu utilizzi il web per comunicare.

Ti seguo perchè mi trovo a mio agio con un modo di comunicare chiaro e diretto come il tuo MA TI SEGUO sopratutto per alcuni modi di comunicare che tu utilizzi in pieno e che io non mi sognerei mai di utilizzare nel web

A questo punto non mi chiedere quali sono questi modi perché non ne vorrei parlare prima di essere sicuro di avere capito quali sono le strategie che sono dietro il tuo modo di comunicare.

Per intanto ti ringrazio per gli stimoli e i continui spunti di riflessione che il tuo blog mi da.

Grazie!!

Piero

Grazie Piero, ci fa piacere che tu colga aspetti fuori schema del mio modo di comunicare.

Vorrei fare una doverosa precisazione, però.
Quando scrivo in un certo modo, lo faccio sulla base di accordi presi con Mariangela. Se merito c'è, è merito di entrambi, perché abbiamo deciso che la Comunicazione di YoYo sia portata avanti in modo concordato ed unitario. Io scrivo così, perché così abbiamo deciso assieme di voler scrivere.

Lo dico, perché vorrei che emergesse il tentativo aziendale di comunicare in un certo modo, che non è merito mio personale, se non in minima parte.

Non è un caso che si chiami YoYo - Formazione rotolante.

Francesco...

che i tuoi articoli fossero scritti a "due mani" lo avevo intuito.

Forse il vostro modo di scrivere "a due mani" è uno dei motivi per cui non riesco ad inquadrare con chiarezza quali sono le vostre strategie comunicative (rispetto al tema dei corsi di formazione).

Ti faccio queste mie considerazioni perché sono affascinato dalla determinazione che sento c'è dietro il vostro modo di portare avanti i temi dell'informazione. Mondo della formazione che - a mio avviso - è una frittata che per essere digeribile dobbiamo girare e rigirare più volte nella padella e forse... buttarla via e cucinarci due uova al burro.

Determinazione, bravo, questa è una stupenda parola.

Noi non pretendiamo di essere il meglio, ci mancherebbe, ed anzi sappiamo di dover studiare tutti i giorni e tutti i giorni dover ancora imparare.

Fatta salva questa premessa, però non possiamo dimenticare che più di ventianni di esperienza nel campo delle aziende le abbiamo e che nel nostro network ci sono persone che ne hanno anche di più. L'esperienza ci serve per essere motivati e determinate su un certo modo di procedere, da cui non ci facciamo distogliere.

Mariangela, ad esempio, è la Direttrice Scientifica proprio per questo. Lei è un po' idealista (anche grazie alla sua giovane età), cosa importantissima perché io invece sono un po' cinico.

Questo dualismo è importante, perché in certi contesti io devierei da certe impostazioni che ci siamo dati, per amore del marketing e del business. Lei invece è una roccia, su quest'aspetto, perché immediatamente mi ricorda "Scusa, ma non avevamo deciso che..." facendo si che non si diverga dalla strategia iniziale.

Va anche detta un'altra cosa.
Quando si è in pochi, a volte si fa meno fatica a trovare una strategia su cui tutti concordino. Noi siamo due a decidere, ma è come se fossimo solo uno, perché su tutti gli aspetti importanti la pensiamo allo stesso modo.

Facciamo un esempio. Io credo che in aula non debbano mai esserci più di 15 persone (e due volte abbiamo dovuto dire no a qualcuno che avrebbe pagato per esserci). Però trovare un altro che la pensi allo stesso modo e che sarebbe disposto a rinunciare a 1.000 euro aggiuntivi per un corso che è già esaurito, non è facile.
Io sono stato fortunato, perché l'ho trovato. Infatti anche Mariangela la pensa così, quindi l'esser fermi su questa regola è più facile. Se uno di noi due tentennasse, la tentazione di avere il 16esimo, il 17ettesimo, sarebbe fortissima.

Tutto ciò ovviamente poi si ribalta sulla nostra Comunicazione, sul nostro approccio in aula, sul Marketing che facciamo, sulle nostre relazioni con gli allievi.

Ecco, delle relazioni con gli allievi, preferisco non parlare, perché ne sono molto orgoglioso. Preferisco che parlino loro.

Vero, sono idealista e ho molto meno esperienza di fradefra, ma credo fortemente che l'allievo venga sempre al primo posto.

Sono stata per tanti anni allieva anch'io e so cosa si prova quando il docente è straniero e non riesce a spiegarsi bene, per fare un esempio, o ad avere del materiale didattico scadente perché probabilmente il docente non aveva avuto il tempo di fare meglio.

Fradefra ed io siamo determinati nel proseguire con questa linea d'azione, anche se a volte, essendo oltre che la Direttrice Scientifica, anche la titolare, devo far quadrare i conti.

In ogni caso sto imparando a chiedermi: "Questo è importante per la buona riuscita del corso?" Se la risposta è sì, occorre agire in quel senso o, se si tratta di un acquisto, farlo, perché è l'allivo ad avere la priorità, sempre.

OT AL COMMENTO DI PRIMA
@fradefra
L'allievo viene sempre prima, ma quando il docente ha già tutto! :P

@copertina75
:p

...voglio il palmare, altrimenti vado mando il curriculum alla concorrenza :p

[OT]
Ma ancora non sei riuscito a metterlo nei costi aziendali il palmare? :D

Guarda, lordmarin, pare finalmente stia per arrivare.

Però una decisione l'ho presa. La prossima volta che mi presenterò per un lavoro, tra le richieste metterò:
- budget di formazione personale
- palmare aziendale
- borsa di lavoro aziendale

... così, tanto per essere chiari :p

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