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Formazione marketing e psicologia

"Che centra il marketing con la psicologia? Non è che ti fai le seghe mentali?" - pare dirmi la faccia stupita del mio interlocutore che mi aveva chiesto l'indicazione di un libro da leggere sul Marketing ed a cui io, invece, suggerivo un testo di psicologia.

Occupandomi di formazione marketing mi capita spesso, perché io credo fermamente che non si possa fare Marketing sul serio senza conoscere almeno l'ABC della Psicologia e meglio se c'è qualcosa di più. Se parliamo di Web Marketing, a maggior ragione. Almeno off-line qualche volta possiamo toccare con mano, sul Web sapete quanto ciò sia difficile. Stabilire una connessione a livello di astrazione superiore, quindi, è fondamentale.

Cosa significhi Marketing noi frequentatori di questo blog dovremmo saperlo, quindi non mi dilungo. Una cosa è certa, fare Marketing significa studiare e l'oggetto principale di questo studio è il mercato che ci interessa, che guarda caso è fatto di persone, cioè di menti umane.

Una persona, per quello che ci interessa, è fatta prima d'ogni cosa di ciò che gli passa per la mente, poi di organi, muscoli e tessuti ossei. Come ho spesso modo di dire, sfido molti a dimostrarmi che avevano necessità reale di acquistare l'ultimo cellulare...

Nel nostro cervello troviamo due grandi aree: una è quella antica, animale, istintiva, potremmo quasi dire razzial-genetica; l'altra è la nuova, cosciente, razionale, data dalle regole sociali moderne, di imprinting nuovo e familiare. La prima e "markettosamente" importante regola è che i tempi di reazione ad uno stimolo sono di una differenza enorme. La prima area entra in azione in termini di micro secondi, la seconda in termini di secondi. Mi fermo, dato che non sono un esperto di Psicologia e non voglio addentrarmi in meandri che non conosco, ma posso garantirvi che vi sono tante altre differenze, tutte estremamente legate al Marketing.

E noi pretendiamo di fare Marketing senza sapere cosa muove ognuno di noi, come, con quali reazioni ed a quali stimoli?

Davvero crediamo di poter convincere una persona ad acquistare un nuovo computer solo spiegandogli quale sia la velocità del disco fisso?

Veramente pensiamo che si possa capire per quale motivo un visitatore non passa da una pagina a l'altra studiando le percentuali di chi lo fa rispetto a chi non lo fa?

Riteniamo realmente che il desiderio sia qualcosa di cosciente e che ogni persona che costituisce il nostro mercato decida razionalmente cosa comprare e cosa no?

...

Pensiamo semplicemente a noi stessi. Realmente ci conosciamo? Sappiamo fino in fondo chi siamo, cosa vogliamo e quali siano le enormi onde che dentro di noi si agitano creando e distruggendo sogni, senza mai apparire direttamente?

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