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Web Analytics? Sensibilità e curiosità

"Frà, che devo guardare quando analizzo le visite?" - è una delle domande che spesso mi sento fare durante i corsi e quando chiacchiero con clienti o conoscenti.

Ok, anche se io stesso ho scritto il post Web analytics giornaliera, vorrei però suonare un campanello d'allarme, per ricordarvi di stare attenti al pericolo del concentrarsi troppo su un metodo e sulle check list delle cose da fare.

Analizzare il traffico e studiarlo significa anche (e forse soprattutto) lasciarsi andare alla propria curiosità di verificare e comprendere fenomeni che ci paiono strani.

Capire il senso di ogni parametro è importante (e bravi, quindi, i colleghi che si sono certificati Google Analytics), però non scordiamo che far analisi significa navigare tra i dati, puntare la lente di ingrandimento su zone che ci paiono in ombra e tentare di illuminarle, magari per non trovarci niente, magari per scoprire un nuovo mondo.

Come si fa? - "Boh, che ne so?" - mi viene da rispondere. Ovviamente l'analisi ha dei suoi metodi ed ognuno dovrebbe affinare il proprio, però il metodo non deve essere una formuletta da cui attendersi delle risposte.

Per esempio, è fondamentale tentare di non volersi dare a tutti i costi delle risposte a domande che ci siamo posti. Ogni tanto dovremmo lavorare senza neppure avere la domanda, perché l'eccessiva concentrazione su una di queste, può farci perdere altre cose che avremmo potuto vedere.

In sostanza, ci serve un occhio a 360 gradi e 4D (anche il tempo, oltre ai tre assi).

Ieri mi sono messo d'accordo per mettere a calendario una giornata di analisi sulle campagne con Mariangela. "Che guarderemo?" - mi chiede - "Non lo so, poi vediamo!" - gli rispondo. Non scherzo, è proprio così. Io mi fisso una giornata e so che quel tempo sarà dedicato alla navigazione tra i dati. Non ho domande a cui rispondere. Cerco proprio quelle, prima ancora di cercare le risposte. A volte, infatti, trovare la risposta è più facile che individuare la domanda.

Commenti (2)

Ora ho capito che è meglio incanalare il "cazzeggio sfenato" tra dati ed informazioni in un task pianificato, per lo meno come allocazione del tempo.

Non so se sarà divertente lo stesso, ma magari così tra un cazzeggio e l'altro, oltre a scoprir qualcosa di utile, riesco anche a lavorare :P

fradefra:

Beh, Roberto, direi che hai colto nel segno. Anche lo studio per divertimento può avere il suo risultato, se si è consapevoli della cosa e si incanala nel modo migliore.

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